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Tassa sui funerali: cos’è e in cosa consiste.

È di pochi giorni fa la notizia secondo la quale al Senato, in Commissione Igiene e Sanità, si stia dibattendo di un disegno di legge che è destinato a far discutere. In particolare, si fa riferimento al DDL S. 1611 dell’anno corrente, che ha come obiettivo quello di riordinare l’assetto dell’attività funeraria in Italia.
Il disegno di legge in questione è abbastanza corposo, in virtù di un obiettivo di regolamentazione e armonizzazione del settore funerario: si passa dalla definizione dei soggetti e dei requisiti soggettivi di moralità, di competenza e di professionalità a quelli oggettivi di dotazione di strutture e di attrezzature, fino alla regolamentazione delle installazioni di crematori, pianificando una dotazione sul territorio nazionale.
Ma il nodo più importante riguarda il trattamento fiscale e tributario delle spese funebri e cimiteriali: queste infatti fanno riferimento a norme che comportano l’allineamento delle aliquote IVA dell’intero settore, ma anche un incentivo alla famiglie affinché queste spese possano essere detraibili al 50 per cento degli importi pagati fino a un totale di 7500 euro. Per spese detraibili, la legge fa riferimento alle spese funebri, opere edili e lapidee cimiteriali e relativa accessoristica funebre.
Ma la questione non finisce qui: nelle pagine successive del disegno di legge, si vede che il comparto cimiteriale ha una componente di servizi offerti che ha natura di servizi indivisibili e di conseguenza ha titolo alla compartecipazione del gettito TASI. Per quanto riguarda le aree cimiteriali storiche, deve essere considerato servizio indivisibile e, in quanto tale, partecipare al riparto del gettito della TASI con un’aliquota percentuale predeterminata.
Un nuovo costo potrebbe anche scaturire dall’art. 12 del suddetto disegno di legge, nel quale si affida all’Azienda sanitaria locale il compito di vigilanza e di controllo sulle attività funebri. L’esercizio di tale funzione viene svolta, secondo l’art. 12, “dal personale specificatamente individuato e con formazione abilitante almeno pari a quella prevista per i direttori tecnici di imprese funebri”: tali soggetti, oltre ad operare una funzione di verifica e di accertamento delle infrazioni, commina le relative sanzioni. I costi derivanti dall’esercizio di queste funzioni sono coperti dalle risorse proprie delle aziende sanitarie locali, dai proventi derivanti dall’applicazione di sanzioni ma anche di un contributo minimo fisso da corrispondersi per ogni funerale, pari a trenta euro, rivalutati ogni anno in base al tasso di rivalutazione monetaria rispetto all’anno precedente.
L’art. 21 affronta il tema del trattamento fiscale delle spese funebri e cimiteriali e, in coerenza con la direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto, prevede il superamento dell’attuale esenzione per alcuni servizi, e di conseguenza il loro assoggettamento all’IVA ad un’aliquota ridotta.