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Cimiteri Roma. Cremazioni al collasso

A causa del periodo storico in cui stiamo vivendo e quindi ad un aumento sproporzionato dei decessi, Roma si trova a dover fronteggiare un’emergenza che non si era mai presentata: le cremazioni sono al collasso.
Soprattutto nell’ultimo trimestre di quest’anno, il bilancio delle vittime è aumentato del 10% rispetto all’anno precedente e il totale è di circa 3.000 persone.
La conseguenza di tale situazione è un collasso per quanto riguarda le cremazione sulle quali ci sono dei ritardi insostenibili. Questa era una problematica già esistente, che il COVID però ha accentuato.

Il Comune si è trovato impreparato rispetto questa circostanza.
La nostra azienda si è trovata in questa difficile situazione e quindi, il ritardo nei servizi è dato da una serie di fattori che non dipendono da noi lasciandoci amareggiati da questa spiacevole condizione e lasciandoci un grande senso di impotenza a non poter subito dare il dovuto servizio alla clientela, come abbiamo sempre fatto.

 

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Le salme restano senza cremazioni: troppi decessi

La domanda di cremazioni non riesce ad essere esaudita dall’Ama a causa della mancata manutenzione dei forni e per la carenza di personale. Questo comporta depositi pieni di cadaveri, con le salme in attesa della cremazione, quindi non contenute in contenitori di zinco, in piena decomposizione e con perdita di liquami

A questo proposito è stato fissato un tetto massimo per le salme, in modo da poter far fronte alla situazione. Il numero è di 200 a settimana. Inoltre i tempi per una cremazione diventano lunghi: va da 30 giorni a 40 giorni, mentre Milano impiega 48 ore.
Ciò significa che il forno deve essere utilizzato fuori Roma. Anche i tempi burocratici del consenso alla cremazione sono troppi lunghi.
Gli addetti al settore richiedono che la burocrazia venga spezzata e il processo di cremazione venga accelerato per soddisfare meglio le esigenze delle famiglie che hanno perso i propri cari e per poter lavorare in condizioni meno estreme.

Dal 29 dicembre non si accettano salme per la cremazione.
È esattamente questo, ciò che noi, agenzie funebri, ci siamo ritrovati davanti arrivando davanti agli uffici del Cimitero Flaminio.

I cimiteri di Roma risultano in affanno

Solo a novembre le cremazioni sono state 1.521: un aumento di 252 rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Il Comune ha fornito 2,7 milioni, una parte dei quali sarà destinata a tre nuovi forni crematori nel Cimitero Flaminio, ma c’è un ritardo di almeno tre anni.
Infatti, già a partire dal 2017, si annunciava il bisogno di provvedere a un programma di implementazione degli impianti crematori.

Il cimitero di Prima Porta è al collasso: lo si evince dal raggiungimento del tetto massimo di 200 cremazioni a settimana.
L’Ama non ce la fa più: dopo le lunghe file di carri funebri filmate nei giorni scorsi, ha noleggiato dei container per accogliere le bare che nelle strutture esistenti non entrano più.
Questa situazione sembrerebbe doversi prolungare almeno fino a Maggio 2021: “Data l’emergenza epidemiologica da Covid-19, l’imprevedibilità dell’evoluzione e della durata della stessa, nonché l’incremento dei decessi registrato – scrive in un documento di pochi giorni fa il direttore tecnico Marco Casonato – per garantire lo svolgimento del servizio di cremazione con adeguato “stoccaggio” dei feretri in attesa in condizioni igienico sanitarie idonee, sussiste per Ama l’esigenza di noleggiare 10 container refrigerati da posizionare nelle aree annesse all’impianto crematorio per un periodo di sei mesi”.
Anche i cimiteri più piccoli patiscono: esempi lampanti sono sicuramente i suburbani di Cesano e Isola Farnese, in uno stato di decadimento.

La difficoltà nell’assicurare in maniera regolare tutte le attività cimiteriali è immenso.
“AMA – Cimiteri Capitolini, d’intesa con Roma Capitale, sta mettendo in campo tutte le azioni possibili per assicurare condizioni agevoli, sia per la cittadinanza sia per gli addetti cimiteriali, e la massima celerità possibile nell’espletamento delle operazioni. In particolare, le cremazioni presso il cimitero Flaminio – Prima Porta, per cui si è avuta una richiesta via via crescente, vengono svolte a ciclo continuo”.
Tuttavia, la strada principale è quella di costruire ancora nuovi forni: nei prossimi cinque anni il fabbisogno di cremazione previsto supererà i 20.000. Si può affermare quindi che il problema principale di questa amministrazione sta nell’incinerazione.

Virginia Raggi: utilizzare gli obitori delle Università della capitale per conservare le salme.
La sindaca sembra voler custodire i cadaveri negli obitori in attesa dei funerali causa COVID. Scrive nella sua lettera: Coronavirus, Raggi alle università di Roma che è un gesto pietoso per non aggravare di dolore le famiglie delle vittime.
La richiesta di più servizi per i cimiteri

Per richieste che eccedono il numero massimo di cadaveri da poter ricevere, già informato alle agenzie funebri, sarà necessario scegliere impianti al di fuori del territorio, previa autorizzazione del Comune di Roma, cosa che richiede un’attesa di circa venti giorni e un versamento di una parte dell’imposta dovuta.
Oppure un’ennesima soluzione sarebbe adottare altre forme di seppellimento, sempre assicurate all’interno dei cimiteri romani.

Malauguratamente, la situazione è peggiorata negli ultimi mesi. Infatti, fino all’estate, il bilancio delle vittime a Roma era rimasto più o meno sullo stesso livello dell’anno scorso.
La capitale sembrava essersi sbarazzata degli aspetti più malvagi e crudeli del virus. Poi, dalla fine di agosto, la curva ha iniziato a crescere in modo deciso (agosto + 7%, settembre + 9%), fino al tragico record di Novembre.

Assalto agli uffici: ignoti entrano di notte nelle stanze delle pratiche cimiteriali
Ad aggravare questa situazione già al collasso, è stato questo episodio, avvenuto nella notte tra venerdì e sabato. Malintenzionati sono entrati, senza lasciare alcuna traccia, mettendo a soqquadro gli uffici Ama al primo e al secondo piano del Verano.
I carabinieri della stazione di San Lorenzo hanno trovato l’ufficio completamente messo a soqquadro.

Tuttavia, il motivo della “visita” rimane un evento inspiegabile.
Infatti, sembra che non ci siano documenti mancanti o altri documenti nelle stanze di questi due uffici. Non è escluso che Ama possa denunciare questo fatto integrando le ispezioni condotte dai militari sabato mattina.
Dopo il raid, Ama ha sporto denuncia ai carabinieri. Nonostante i danni causati dalla forzatura e dal saccheggio il Cimitero Memoriale del Verano è regolarmente aperto al pubblico e sono garantiti i servizi per i cittadini.

Possiamo dire che la pandemia in tutto ciò non ha fatto altro che amplificare il tragico emblema della seconda ondata, proprio come fu il corteo dei camion militari a Bergamo nel marzo scorso.
La nostra azienda è amareggiata da questa dura situazione e spera che al più presto si possa tornare ad una gestione normale e serena.